Non solo arbitri: incontro tra AIA Adria e Luca Gotti

L’AIA di Adria fa veramente sul serio, sfruttando al massimo questo difficile momento per la preparazione dei suoi arbitri, questa volta con un allenatore di Serie A. Venerdì 8 Maggio, infatti, si è tenuta l’ultima riunione on-line degli arbitri adriesi, il cui ospite d’onore è stato il polesano DOC Luca Gotti, attuale tecnico della prima squadra dell’Udinese e nativo di Contarina. La riunione, desiderata dal Presidente Amedeo Bordina (tra le altre cose, amico di lunga data di Mister Gotti), è stata seguita anche dal delegato provinciale della F.I.G.C. Rovigo Luca Pastorello e dal suo braccio destro Federico Gambaro; a loro vanno i nostri ringraziamenti per l’aiuto dato affinché si svolgesse questo incontro. 

Come di consueto, la riunione è stata aperta dal Presidente Amedeo, che, dopo averlo presentato, ha lasciato subito la parola all’ospite. Il Dott. Gotti ha innanzitutto espresso la sua perplessità riguardo la distanza che esiste tra il mondo arbitrale e il resto di quello calcistico, nonostante condividano il terreno di gioco; anche se negli ultimi anni la situazione sembra essere migliorata molto grazie a persone influenti, soprattutto nell’ AIA, che hanno aperto un dialogo. Il fatto che gli arbitri per difendersi vengano in un certo senso isolati, è per lui un guaio grosso perché favorisce questo malcostume di diffidenza tra società ed arbitri, per colpa di pochi disonesti che abitano il panorama calcistico italiano. Malcostume, secondo il mister, del tutto ingiustificato in quanto lui stesso conosce molti arbitri di Serie A e nessuno gli ha mai fatto favori. In un secondo momento, per alleggerire i toni si è appellato al mondo arbitrale per chiedere che le partitelle di allenamento della sua squadra vengano arbitrate da Arbitri Effettivi, in quanto potrebbe aiutare i giovani direttori di gara ad allenarsi, arbitrando il più possibile, non solo la domenica; anche perché i calciatori, aggiunge l’allenatore, si arrabbiano di più per una decisione sbagliata in partitella che per lo stare in panchina la domenica. E dopo un simpatico brindisi virtuale con un bicchiere di prosecco il mister dell’Udinese si è preparato a rispondere alle curiosità degli arbitri più giovani.

La prima domanda, posta da Mattia Boscolo, riguardava le difficoltà nel gestire uno spogliatoio di serie A. Luca ha detto che è molto complicata la situazione, perché non si devono gestire 30 persone ma 30 aziende, poiché ogni calciatore ha i propri legali, procuratori, staff e questo fa girare quantità importanti di soldi. Ogni volta che sceglie 11 giocatori da far partire titolari ne sceglie 20 da non far giocare, trovandosi ad affrontare la difficoltà di far “convivere” questi due gruppi; finché le cose vanno bene è una questione ma quando vanno male è un problema. Il problema linguistico, aggiunge, è un altro aspetto perché ti ritrovi a dover rapportarti con giocatori di qualsiasi nazione e non sempre è facile farsi capire, anche perché il gioco è in continua evoluzione e bisogna stare al passo. Queste difficoltà sono quelle per le quali non ci sono molti allenatori che possono praticare in Serie A, ed è uno dei motivi per cui l’Udinese ha deciso di tenerlo. Denny Pregnolato ha voluto chiedere quali sensazioni ha provato quando ha saputo che avrebbe allenato l’Udinese, la risposta: “nulla in particolare, proprio per il modo in cui la proposta è arrivata”. Lui, infatti, iniziò la stagione da secondo a Tudor, apprezzato molto dal nostro ospite come allenatore perché molto schietto, poi per alcune vicissitudini Tudor fu esonerato e chiesero a lui di guidare la squadra nella partita successiva poiché mancavano pochi giorni, da una partita diventarono due e così fino allo stop del campionato, racconta, aggiungendo che non ha grandi problemi a vedersi in questa veste. Il rapporto con gli arbitri e la Var, è il quesito posto da Giovanni Beltramini; riguardo questa tecnologia Gotti ha affermato di essere a favore in quanto bisogna cercare di sbagliare il meno possibile, aggiungendo però la necessità di calibrare bene le soste che rischiano di far perdere l’emotività del gioco. Riguardo agli arbitri ammette di non essere malpensante e spesso non scopre chi lo arbitra fino al giorno della partita, aggiunge che in 10 anni di carriera da secondo allenatore non è mai stato neanche richiamato, grazie proprio al suo ottimo rapporto con gli arbitri. L’unica cosa a dargli fastidio è quando trova dei direttori arroganti, dato che dovrebbero essere la “parte sana” del calcio e non devono abbassarsi a comportamenti del genere, sopratutto con lui che offre lo stesso rispetto per tutti e che non si pone mai in malo modo. Giacomo Bego, successivamente, ha chiesto all’allenatore della sua esperienza al Chelsea. Il Dott. Gotti ha risposto che il calcio in Inghilterra è vissuto in maniera diversa, racconta poi il suo buon rapporto con Sarri e la classe arbitrale Inglese. Questi, secondo lui, sono avvantaggiati in quanto in Premier League si lascia molto più correre, ma allo stesso tempo differiscono da quelli italiani per l’approccio e perché molto più difficili da far arrabbiare. Diletta Nonnato ha domandato al mister quale sia stato il punto di svolta della sua carriera da professionista. A tal proposito Luca ha dichiarato che ancora non c’è o meglio, si augura che debba ancora arrivare dato che il suo è uno di quei percorsi non lineari ma frastagliati. In ogni caso non si preoccupa molto di questo perché il calcio è sempre in evoluzione e ti obbliga a un continuo confronto e quando credi di avere ragione è il momento giusto per smettere; questa, ha voluto aggiungere, è una lezione che deve valere anche per arbitri e calciatori. L’ultima domanda, dei ragazzi di Adria, è stata posta da Enrico Franchin che ha voluto sapere se ha mai avuto difficoltà a gestire giocatori convinti di essere i migliori. Difficoltà, queste, non nascoste dal tecnico che ha spiegato come la convivenza forzata ad alti livelli agonistici porta allo scontro.

A questo punto della serata è intervenuto il Vicepresidente Valleriano Mantovan che ha portato i suoi saluti all’ospite e gli ha ricordato i loro svariati incontri passati, uno di questi vedeva proprio Valleriano arbitro e Luca calciatore. Questo ha aggiunto che suo padre sedeva in panchina in quell’occasione, che da lui ha imparato molto e si porta ancora dentro la semplicità che gli ha trasmesso.

Per ultimo, ma sicuramente non per importanza, anche Luca Pastorello ha voluto porre una domanda al Sig. Gotti: “come ha fatto a far lavorare i ragazzi in modo diverso dopo l’esonero di Tudor?”, in quanto il gruppo è sempre quello. Inoltre il Delegato Provinciale ha voluto ringraziare molto l’allenatore per tutto quello che sta facendo per la nostra piccola realtà, il Polesine. Gotti ha risposto che ogni situazione è diversa e che lui doveva essere se stesso e dire le cose a modo suo senza emulare nessun altro, solo in questo modo si può guadagnare fiducia. Ha aggiunto inoltre che è stato molto piacevole poter mettere sul campo tutte le idee che ha acquisito in questi anni da secondo e che i ragazzi lo hanno subito seguito. Riguardo il Polesine ricorda che è e sarà sempre casa sua ed ha garantito che tornerà a Porto Viro una volta in pensione; ha ribadito che spesso si dà più importanza alle persone famose, dimenticando che queste si misurano su ciò che fanno e che le sfide vanno affrontate senza la paura di fallire, perché un fallimento non fa di noi dei falliti.

Per finire, l’ospite, ha ricordato un fatto divertente riguardo la sua gioventù con Amedeo, quando quest’ultimo gli fece perdere il debutto in serie D nel Contarina perché infortunatosi giocando in un torneo, nel quale Amedeo stesso lo aveva invitato a partecipare.

Luca appare come una persona estremamente umile, nonostante la sua carriera e la sua cultura, buona e onesta; non possiamo fare altro che ringraziarlo per il tempo concesso e per tutti gli insegnamenti profusi, assorbiti ancora meglio dai nostri ragazzi, in quanto se provenienti da un conterraneo hanno sempre un altro effetto.

Ringraziamo Luca Pastorello e Federico Gambaro non solo per essere stati presenti ed averci aiutato ma per aver inoltre partecipato attivamente a questa iniziativa, senza dimenticarci tutto il lavoro che hanno svolto nelle ultime stagioni che hanno aumentato notevolmente il livello del calcio polesano.

E per ultimi un ringraziamo d’obbligo va ad Amedeo Bordina e Mattia Ruzza, mente e braccio di questa piccola sezione che si sta rivelando grandissima in quanto in mezzo a tutte queste difficoltà riesce sempre a sorprendere tutti assicurandosi attività estremamente interessanti ed importanti.

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